cOS'HO SCRITTO

Prefazioni

Ci sono state persone che mi hanno chiesto d'introdurre i loro libri. Eccone alcuni.

prefazione

My Covid in Comics. Racconto sociale di una pandemia globale

a cura di Jacopo Granci e Claudio Calia, CEFA 2021.

Nei paesi più poveri, come appunto la Tunisia, il covid si è inserito in una vita già complicata ed è penetrato in sistemi sanitari deboli che non avrebbero mai potuto fare fronte a un’esplosione della malattia.
L’idea di chiedere ai fumettisti del mondo di rappresentare la “loro pandemia” ci ha mostrato come in alcuni paesi vi fosse un approccio più politico al covid, come traspare dalle tavole dei brasiliani e degli statunitensi, alle prese con le forme di negazionismo di Trump e Bolsonaro. In altri paesi, tra cui l’Italia, sono giunti contributi che raccontano la pandemia vista come forma di interiorità e di stupore personale davanti allo stravolgimento delle consuetudini. Poi ci sono contributi, come dimostra la vignetta del fumettista libico che ritrae due giovani con la mascherina e sotto le bombe, che ci aprono gli occhi e ci mostrano come questa interiorizzare il dramma della pandemia, dipenda dalla sorte che ci colloca in paesi diversi.

prefazione

Alla ricerca delle risposte. I misteri di RolloPine

di Silvia Arseni, LAReditore 2021.

Apologo fiabesco, che un vocabolario definirebbe “favola allegorica a fine spiccatamente pedagogico”. Questo, secondo me, è il racconto di Silvia Arseni. “Favola”, perché segue perfettamente tutte le fasi della struttura narrativa di una fiaba-di-tradizione: all’inizio c’è una perdita, un danneggiamento, provocato da un errore, da una colpa. La colpa – degli adulti – è quella di non prestare attenzione alle domande dei bambini. Nel libro si parla di Diritti dell’infanzia, e giustamente quello di vedere esaudita la propria sete di perché, che è la base della curiosità e quindi dell’apprendimento, è un diritto.

prefazione

Metafora. Piccola odissea moderna verso Itaca

di Daniele Vallet, Tipografia Valdostana, 2020.

Questo libro inizia parlando di un tale che deve catturare il suo toro che gli era scappato,
ma non è un trattato di zootecnia. E’ molto di più, va anche oltre la metafora Zen. E’ un insieme di viaggi, fatti e raccontati da una persona in tempi diversi e con occhi diversi (ad un certo punto anche con un occhio gonfio). Questa persona incrocia i fili delle sue esperienze in una “treccia” narrativa, dove alterna la cronaca di una serie di avventure, al racconto di un suo percorso di introspezione, alla storia di altre culture che si materializzano in varie citazioni, da Sogyal Rinpoche (maestro buddista tibetano) a Pier Paolo Pasolini. (…) Daniele racconta le sue esperienze cavandole dalla sua memoria, che lui chiama la sua “cantina emotiva”.

prefazione

Che mondo sarebbe. Pubblicità del cibo e modelli sociali.

Cinzia Scaffidi, Slow Food Editore 2018.

La pubblicità relativa al cibo ci vuole trasmettere modelli di vita, ci racconta come dobbiamo essere, come devono svilupparsi i nostri rapporti in famiglia. Anzi, ci dice proprio come deve essere organizzata la famiglia. Ci fa venire voglie, ci fa scoprire esigenze che non ci eravamo mai sognati, ci punisce con sensi di colpa se non facciamo/consumiamo determinate cose.
Questo libro di Cinzia parla esattamente di questo, e perciò lo giudico estremamente interessante.
E’ un libro omeopatico (dal greco ὅμοιος, «simile» e πάθος, «sofferenza») perchè – facendoci rivivere e analizzare le sensazioni che la pubblicità alimentare ci induce – ci stimola a reagire, a far funzionare le nostre difese culturali “naturali”. In pratica ci fa un po’ vergognare, perchè dobbiamo ammettere che questa Pubblicità (mi vien da dire questa Società) ci ha davvero portato ad appaltare ad altri (mossi da interessi economici) la cura di noi stessi, il nostro tempo e quindi il senso della nostra vita.

prefazione

L'ecologia di ogni giorno

di Rob Hopkins, con Lionel Astruc,        EMI 2016.

Ricapitolando: se San Paolo è stato folgorato sulla via di Damasco, Rob è stato illuminato da un soggiorno in Toscana, tra una meditazione buddista e la collaborazione con un piccolo e anziano agricoltore, che si coltivava la terra per sé. Poi, una volta che è tornato a casa a Totnes, una cittadina del Devon nel sud dell’Inghilterra, si è convertito alla permacultura, cioè quel misto di agricoltura e cultura che, per dirla con l’australiano Bill Mollison che l’ha teorizzata negli anni ’70, sostiene che una cultura non può sopravvivere a lungo senza una base agricola sostenibile ed un’etica dell’uso della terra“. Senonchè poi Rob decide di “ballare da solo” (è lui stesso a usare questa metafora). Cioè decide di reagire, in nome del futuro dei suoi figli, si agita e diventa agitatore, e subito dopo in molti decidono di agitarsi con lui, mostrando a tutti che il re è nudo, cioè prendendo coscienza che così non si può andare avanti: gli sprechi, le emissioni di CO2, l’effetto serra, i cambiamenti climatici, la globalizzazione stanno portando il mondo alla rovina e il cosiddetto Antropocene (cioè l’impatto funesto dell’uomo sulla biosfera) ci sta portando all’ultima, definitiva (per noi) grande estinzione.

prefazione

Il Giro del Mondo in 80 giorni

di Michael Palin, Sagoma 2012

Cercando il Sacro Graal, cioè il senso della vita, è arrivato in Brazil, dove in realtà ha trovato qualcosa di completamente diverso, cioè creature selvagge che andavano pazze per un pesce di nome Wanda.
Questa frase surreale e vagamente demenziale potrebbe sintetizzare la carriera di Michael Edward Palin, attore-sceneggiatore-scrittore e soprattutto grande viaggiatore. (…) Palin naturalmente non segue itinerari turistici banali, ma si ficca in situazioni sempre curiose, da cui esce miracolosamente indenne, in tutti i sensi. Certo la sua scrittura non è quella di una guida turistica, è piuttosto letteratura di viaggio, ma ugualmente le sue descrizioni possono offrire ottimi spunti a chi si appresta a fare un viaggio.

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