COSA VORREI FARE - E NON MI FANNO FARE!

Aiutiamoli a casa loro?

““Aiutiamoli a casa loro”: una frase ricorrente, una espressione molto discussa, usata con significati diversi da soggetti diversi e a volte ideologicamente opposti. Per alcuni significa la chiusura delle frontiere, per altri assume un significato decisamente razzista, per altri ancora significa concretamente uno sforzo per realizzare progetti di cooperazione. Progetti che possano aiutare appunto i Paesi in via di sviluppo a frenare l’inurbamento, a mitigare la povertà, gli effetti del cambiamento climatico, la mancanza di infrastrutture produttive, e quindi l’emigrazione (e, dal nostro punto di vista, la conseguente immigrazione).

Aiutiamoli a casa loro, ma come, in che senso?
L’ambito più immediato e logico per organizzare “aiuti” potrebbe essere quello primario, legato alla sussistenza e quindi all’agricoltura. Facile a questo proposito evocare la domanda di EXPO 2015: “Nutrire il Pianeta? Ma come?”. Quali sono i modelli: l’agricoltura tradizionale e familiare e l’agricoltura di sussistenza e di piccolo commercio locale? Oppure l’agricoltura estensiva, industriale e tecnologica? E la ricerca agronomica come può aiutare a risolvere il problema? Il dibattito in realtà riguarda tutti i Paesi del mondo, indistintamente.

Aiutiamoli a casa loro: portare aiuti significa quindi soprattutto proporre strumenti per combattere la fame, e potenziare la produzione di cibo. Il rapporto tra aiutati e aiutanti è naturalmente intrecciato e complesso, sotto molti punti di vista. Certamente dal punto di vista etico è uno scambio, ma lo è anche dal punto di vista economico.
Tantopiù che, in agricoltura soprattutto, la globalizzazione è un dato di fatto, e la relazione tra quello che si produce e si consuma in Africa, in Sudamerica, in Cina o in Europa è molto stretta, e non solo sul piano commerciale. Con questo viaggio nell’agricoltura di Paesi in via di sviluppo si potrebbe raccontare la ricerca agronomica applicata al futuro del Pianeta: l’agricoltura è accusata di consumare acqua, energia e di produrre CO2. Ma quali modelli futuri sono possibili ed ecocompatibili?”

Raccontiamo l'agricoltura di alcuni Paesi in via di sviluppo,
con particolare riguardo alla Cooperazione internazionale.

aiutiamoli a casa loro?

"Vorremmo confezionare una comunicazione divertente e accattivante, ben lontana da ogni sfumatura pietistica."

Altra proposta che non se l’è filata nessuno. Una serie di puntate TV sull’agricoltura dei Paesi in via di sviluppo, con particolare riguardo alla Cooperazione internazionale.

Mi hanno detto che è un “tema triste”, che annoia gli spettatori. Alcuni hanno contestato il titolo (Aiutiamoli a casa loro?) ignorando il punto di domanda che rende la frase a doppio taglio, senza contare che al mondo ormai non ci sono più case diverse, ma è tutto “casa nostra”.

Capisco anche che il tema è scivoloso: molte cose che riguardano la Cooperazione sono controverse, siamo pericolosamente vicino al tema della politica internazionale e a fenomeni di neo-colonialismo.

Basti pensare che l’Italia spende soldi della Cooperazione anche per finanziare le bande di aguzzini libici che tengono a bada gli immigrati dal centrafrica… Peccato. Secondo me il tema è interessantissimo.

Aiutiamoli a casa loro: per fare questo vorremmo raccontare con semplicità l’agricoltura di una serie di Paesi, le criticità, le contraddizioni e i progetti, i risultati. Senza dimenticare il contesto: il clima, i paesaggi, la gastronomia, le tradizioni e i personaggi, attraverso le fasi di un viaggio che in quanto tale deve anche essere emozionante e interessante. Vorremmo confezionare una comunicazione divertente e accattivante, ben lontana da ogni sfumatura pietistica.

La proposta

aiutiamoli a casa loro?

“Alcuni esempi. La Tanzania è tra i paesi più poveri del mondo con un’economia dipendente dall’agricoltura, che rappresenta la metà del Pil. I principali prodotti agricoli sono: caffè, tè, cotone, sisal, piretro (insetticida naturale estratto dal crisantemo), anacardi, tabacco, chiodi di garofano, mais, grano, tapioca, banane, frutta, miele. In un ping pong fra Italia e Tanzania potremmo raccontare gli sviluppi di un rapporto fra i nostri centri di ricerca agronomica, le analisi della FAO e la realtà tanzaniana. E i collegamenti che ci sono, a livello mondiale, fra le ricerche portate avanti dagli Agronomi.

Copyright @ Patrizio Roversi, 2022

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