in televisione

Lupo Solitario

UN PROGRAMMA DI INQUIETUDINI, AMBIGUITÀ E VARIA UMANITÀ

Lupo Solitario
Vito, Patrizio Roversi e Syusy Blady Photo shooted for the TV show 'Lupo solitario' broadcasted by Italia uno. Italy, 1987 (Photo by Angelo Deligio/Mondadori Portfolio/Mondadori via Getty Images)

Nel 1986/87 si fa vivo Antonio Ricci, autore di Drive In, e ci propone di fare una trasmissione su Italia 1, in cui radunare tutta la varia umanità diversamente-teatrante che avevamo in qualche modo messo assieme con le esperienze del Gran Pavese Varietà. Iniziamo a lavorare a Italia 1 con qualche puntata di riscaldamento a Drive In. Poi con Davide Parenti e con qualche new entry di Ricci stesso, parte Lupo Solitario

Decolla sui cieli di Milano a bordo di un dirigibile sul quale un improbabile equipaggio (io, Syusy e Vito) si collega a tante realtà antropologiche diverse. Davide propone l’Accesso, una Rubrica in cui la “gente” dice la sua, in cui opinionisti improbabili (ad es. Wanna Marchi, allora sconosciuta al grande pubblico) dicono la loro; Ricci coinvolge Moana Pozzi e va a cercare gli Ufologi, noi cooptiamo Orea Malià, parrucchiere tendenzioso, ed Eva Robin’s. E con Pangallo che fa il carcerato, Leo Bassì che impazza con la sua sega elettrica, con Syusy che fa incursioni nel garage di Umberto Eco e con la regia di Paolo Beldì, riusciamo a fare 13 puntate, prima che Silvio Berlusconi blocchi tutto. 

I pareri sono abbastanza unanimi: Lupo Solitario ha fatto storia con il suo linguaggio innovativo, ma forse è arrivato troppo presto… 

Copyright @ Patrizio Roversi, 2022

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